La strada che io credevo capace di imprimere alla mia vita svolte sorprendenti, la strada, con le sue inquietudini ed i suoi sguardi, era il mio vero elemento: in essa ricevevo come in nessun altro luogo il vento dell'eventualità.
martedì 27 aprile 2010
Fino agli anni Quaranta qui c'erano solo campi e contadini. Poi lo Iacp ha costruito brutti palazzi per gli immigrati che arrivavano dal Sud e ha asfaltato le strade dandogli nomi di scrittori famosi: via Pirandello, via Emilio Salgari, via D'Annunzio, via Italo Svevo. Il Pilastro è stato considerato un quartiere violento. Spaccio, scontri a fuoco, cosche mafiose, morti ammazzati. Agli inizi degli anni Novanta dire di abitare al Pilastro non era un buon biglietto da visita a Bologna. La situazione oggi è cambiata. Il quartiere non fa più paura. Le bande criminali sono state sgominate o hanno traslocato altrove e la gente ha scoperto che qui è pieno di verde e che le case costano meno che al centro. Vivere al pilastro è diventato quasi chic.
lunedì 26 aprile 2010
Sotto, immensa, c'è la sua storia. Ogni tanto un'onda ne scopre un frammento, prima le acque, nell'opera di corrosione inarrestabile che questa città si è proposta per esistere sempre presente, lo riportino sotto ... Per conoscerla, bisogna avere la pazienza di ascoltarla. Con lo stetoscopio. Come pulsa dentro. Bisogna saperla sentire. Suo malgrado. Dove rivela la sua memoria. Chi vive, se vuole andare avanti, deve dimenticare. Il suo passato!
sabato 24 aprile 2010
giovedì 22 aprile 2010
E' il mezzo più semplice per articolare il tempo e lo spazio, per modellare la realtà, per far sognare. Non si tratta soltanto di articolazione e modulazione plastica, espressione di una bellezza passeggera. Ma di una modulazione influenzale, che si inscrive nell'eterna curva del desiderio umano e del progresso nella realizzazione dei desideri. L'architettura di domani sarà un modo con cui modificare le concezioni attuali di tempo e spazio. Sarà un mezzo di conoscenza e un mezzo d'azione.
domenica 18 aprile 2010
sabato 17 aprile 2010
venerdì 16 aprile 2010
giovedì 15 aprile 2010
venerdì 9 aprile 2010
Abbiamo parcheggiato la macchina accanto alla chiesa di Sant'Andrea entrambi incuriositi da quell'edificio moderno, dalle linee stilizzate, come certe chiese che si vedono spuntare all'improvviso in mezzo alla giungla, di un bianco immacolato. Andrea si è fermato qualche minuto di fronte all'entrata di vetro più simile all'ingresso di un ambulatorio che a quello di un tempio; poi insieme abbiamo attraversato la strada e ci siamo ritrovati sotto il portico del "Treno", il celebre palazzo a due piani che si snoda per centinaia di metri lungo la strada, simbolo di una periferia che ha tentato anche la carta della spregiudicatezza. A suo modo "il Treno" è ancora un edificio attraente, costruito con una certa ricercatezza: le finestre sono grandi quasi quanto una parete e le tapparelle, invece che di plastica, sono in legno scuro: un lusso raro da queste parti ...
lunedì 5 aprile 2010
La vista delle rovine ci fa fugacemente intuire l'esistenza di un tempo che non è quello di cui parlano i manuali di storia o che i restauri cercano di richiamare in vita. E' un tempo puro, non databile, assente da questo nostro mondo di immagini, di simulacri e di ricostruzioni, da questo nostro mondo violento le cui macerie non hanno più il tempo di diventare rovine. Un tempo perduto che l'arte tavolta riesce a ritrovare.
sabato 3 aprile 2010
venerdì 2 aprile 2010
giovedì 1 aprile 2010
La Wanderung. Dell'erranza nella natura, senza finalità, per una guarigione impossibile: poichè l'errante viaggia, come il filosofo, per ammalarsi sempre di più ... quelli che per il viaggiatore sono meri interluoghi, luoghi di transito, tappe, stazioni, sono per il wander tutto. Il suo spazio è la terra di nessuno, qui trova la sua patria e via. Esprime la definitiva crisi del ritorno in quanto "mira all'irraggiungibile".
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