martedì 24 maggio 2011

Aspetta primavera Milano.

"Come austriaco, come ebreo, come scrittore, quale umanista e pacifista, mi sono di volta in volta trovato là dove le scosse erano più violente. Esse per tre volte hanno distrutto la mia casa e trasformata la mia esistenza, staccandomi da ogni passato e scagliandomi con la loro drammatica veemenza nel vuoto, in quel "dove andrò?" a me già ben noto. Ma non lo voglio deplorare, giacchè appunto il senzapatria ritrova una nuova libertà, e solo chi non è più a nulla legato non ha più bisogno di aver riguardo per nulla."


giovedì 5 maggio 2011

"Raro ... che si avveda del torracchione irto in cima di parafulmini, antenne, radar. Solo a tratti, quando fa specchio il sole sul quel lucido, ti accade di levare gli occhi verso il torrachione di vetro e d'alluminio, di vedere una strada privata ingombra di auto in sosta, stranamente tacita in quel quartiere centrale, di girare attorno all'isolato, scoprendo un'intera cittadella - tre o quattro torracchioni simili, di vetro, di alluminio, di pietra lustrata. Di solito non ci bada perché i palazzi attorno gli vogliono assomigliare e giù verso la stazione altri nuovi e maestosi ne sono sorti, si che ormai in quel punto la città è tutta un blocco militaresco, coi suoi ponti levatoi, le sue muraglie imprendibili, i suoi camminamenti coperti, le sue aree bertesche".
La vita agra

giovedì 7 aprile 2011